Il 1° luglio 1861 usciva a Roma il primo numero de “L’Osservatore Romano”, organo di stampa di grande importanza, non solo per i cattolici, e “voce” giornalistica del Papa. Lo fondarono Nicola Zanchini, avvocato, uomo di cultura e funzionario governativo pontificio insieme a Giuseppe Bastia, avvocato e giornalista. Accomunati dall’origine emiliano-romagnolo, entrambi fuggiti dalle provincie pontificie appena annesse al Regno d’Italia, erano animati dalla medesima volontà di difendere con l’inchiostro e la carta stampata la Chiesa e il Papa che ritenevano minacciati nella loro stessa esistenza e libertà da nuove ideologie e poteri economici, in primis il neonato stato unitario italiano.
In particolare, attraverso la figura di Nicola Zanchini, il libro è l’occasione, da un lato, per approfondire aspetti del tumultuoso periodo storico che va dal tramonto degli stati preunitari all’Unità d’Italia, dall’altro, ripercorrendo l’attività giornalistica di Bastia e Zanchini, è motivo per conoscere l’impegno e le battaglie de “L’Osservatore Romano”, giornale di taglio moderno in un’epoca di rapide e radicali mutazioni.
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