Il grande storico italiano Ludovico Antonio Muratori nel suo libro “Il cristianesimo felice nelle Missioni dè Padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai” narrò la storia delle riduzioni del Paraguay, esperienza che tra la fine del Cinquecento e la metà del Settecento consentì ai nativi guaranì di vivere autogovernandosi in comunità perfettamente organizzate all’insegna del cristianesimo e accompagnati dalla presenza dei missionari gesuiti. A questa opera collaborarono membri della Compagnia di Gesù sia originari dell’America Latina sia provenienti dall’Europa e, quindi, anche dall’Italia. Giuseppe Oreggi fu uno di essi e fece parte di quei gesuiti che praticamente dettero inizio all’epopea delle riduzioni; nativo di Santa Sofia in provincia di Forlì in Romagna, era il fratello minore di Agostino, cardinale che ebbe una parte rilevante nel secondo processo a Galileo Galilei.
Ripercorrendo la vita di Giuseppe Oreggi, anche attraverso le memorie da lui scritte nelle quali narra una parte della sua vita di missionario tra i guaranì, descrivendo i loro costumi e i modi di vita oltre che la nascita della nuova società delle riduzioni, possiamo compiere un vero e proprio viaggio nel “Cristianesimo felice”, una delle più interessanti esperienze di evangelizzazione e di organizzazione sociale della storia, in essa il Vangelo era l’anima e la vita di comunità dove non c’erano fame e disoccupazione, analfabetismo e oppressione, come ha avuto modo di dire papa Francesco, nel suo viaggio in America Latina nell’estate del 2015.
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